sabato 6 febbraio 2010

Moni Ovadia Il conto dell'ultima cena





"Moshele è seduto sotto un arancio e ne mangia avidamente i frutti succosi. Arriva il proprietario, lo sorprende a rubare e lo maledice citando i dieci comandamenti. Che meraviglia! - sorride Moshele - Oh, com'è bella il tera santo. Tu lo siedi nel ombra di uno albero, lo mangi il fruti del tera e in più qvalcuno lo insegna per te uno capitolo del Torah!" (Moni Ovadia)



La tradizione ebraica della kasherut indica i cibi che si possono consumare perché conformi alle regole della Torah. Ma oltre questo il cibo ebraico ha prodotto un'enorme mole di storielle, divieti, ricette e prescrizioni che Ovadia ripercorre cullandoci tra cibi e digiuni, tra falaffel, hallà, krapfen, e altre leccornie, tra antiche osterie e contaminazioni culinarie, e una musica che accompagna l’ospite a tavola, con l’ironia tipiche dell’ebreo errante. Per un viaggio che guarda al cielo con il gusto della terra. Un viaggio dalla manna del deserto, il cosiddetto «pane degli angeli», fino a Pesach, la pasqua, dove un Gesú ebreo mangia l’agnello pasquale, pane azzimo ed erbe amare. Il cibo come festa e memoria.

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