venerdì 19 febbraio 2010

Goliarda Sapienza Io, Jean Gabin

"Io che con Jean Gabin ho imparato ad amare le donne, mi trovo ora con la fotografia di Margaret Thatcher davanti...". Da questa formidabile identificazione di una bambina, lasciata sola interi pomeriggi nel mitico cinema Mirone di Catania, con un attore simbolo di un certo modo d'amare, prende l'avvio il racconto. Goliarda diventa la bambina che cammina insieme al suo "bandito della Casba" per i vicoli e tra la gente della sua amata e terribile Civita pullulante di malaffare e di vita. La casba di Catania, come quella d'Algeri del suo Jean, è il teatro delle avventure di una ragazzina che cerca di crescere con una sua idea del mondo, dove il sogno possa non essere distrutto del tutto dai grandi e dallo scandalo della storia. E Jean Gabin, col suo romanticismo libertario e sentimentale, diventa a pieno titolo un personaggio del romanzo, insieme al padre, alla madre, ai fratelli, all'avvocato, al professor Jsaya, allo zio Nunzio, al commendator Insanguine, al puparo: il grande attore francese scende dallo schermo per dialogare con la giovane Goliarda e la sua trascinante necessità d'amore.

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