mercoledì 12 maggio 2010

Vighy Cesarina Scendo. Buon proseguimento

Questo libro insolito, intimo, curioso, riunisce 350 mail di Cesarina Vighy. Raro e vivido esempio di scrittura epistolare moderna, la raccolta si legge come un romanzo. Attraverso la cronaca di eventi piccoli o piccolissimi, si racconta per frammenti il parallelo progredire di una sindrome che priva lentamente della parola, e genesi, e stesura dell’“Ultima estate”, il romanzo d’esordio. Nelle mail, difficoltà, invalidità, dolori procedono parallelamente all’affermazione di sé e successo pubblico, vissuti nello spazio di una stanza dove malattia e conseguente decisione di negarsi al mondo l’hanno confinata. Il computer è l’unico mezzo di comunicazione possibile: grazie alla posta elettronica, Cesarina detta Titti crea una piccola rete di amici cui dedicare anche poche parole quando le forze lo consentono. A raccogliere stati d’animo e sensazioni, in rappresentanza del mondo ci sono l’amico d’infanzia, il cugino “svedese”, la confidente che crede in Dio, quella che non crede, fino all’immaginario professore di letteratura, alter ego scherzoso per giochi pseudo-filologici con Alice. Da una mail all’altra, i corrispondenti diventano veri e propri personaggi: Giancarlo, premuroso marito lunatico; Ernesto, nipotino musicista; i gatti… tutte figure del piccolo universo ricreato da chi scrive. Avanzano intanto il blocco fisico e l’incapacità di comunicare se non per iscritto. Nella strenua difesa della propria identità, lo stile diventa un valore irrinunciabile, intatto dalla prima all’ultima mail. Precisazioni al limite del maniacale, citazioni colte, modi di dire familiari e alcune poesie si alternano con naturalezza; emerge prepotente un black humour che stupisce e insieme diverte per il carattere di elegante imprevedibilità. Spiccano le mail “alla figlia ritrovata” con i consigli di una madre a sua volta ritrovata: lucida, dolce, saggia e paradossalmente, proprio ora che il corpo cede e lo spirito è ridotto a pura voce, completa.

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