venerdì 14 maggio 2010

Carolina De Robertis La bambina nata due volte

1 gennaio, 1900. il primo giorno del secolo non è mai come gli altri, men che meno a Tacuarembo, minuscolo villaggio del Sudamerica. La folla è radunata intorno all’albero più grande del paese e non crede ai propri occhi: la piccola Pajarita è tornata. Rifiutata dal padre, era scomparsa pochi mesi dopo la nascita e l’avevano data per morta. Eppure ora è lì, in cima, appollaiata sopra un ramo sottile. Ha un anno orami e negli occhi grandi,neri e vivaci, ha la stessa luce di quando è nata. Per alcuni si tratta di un miracolo, per altri è un strega, ma una cosa è certa: d’ora in poi per tutti Pjarita sarà la ‘bambina nata sue volte’ una ragazzina circondata da misteri, con un talento speciale per la cura con le erbe. Un dono prezioso, che anni dopo a Montevideo, ormai donna fiera e determinata, le permette di sopravvivere, sola contro tutti, insieme ai propri bambini. Ma la figlia Eva, fragile e tremendamente testarda, non si accontenta di sopravvivere. Vuole realizzare un sogno e diventare poetessa. E per farlo fugge, dalla miseria e dagli abusi, verso le luci di Buebnos Aires, la città che scintilla delle promesse di Evita Perón. Eppure quelle luci rischiano di diventare solo un terribile abbaglio. E mentre i fermenti rivoluzionari attraversano con forza tutto il continente, spetta a Salomè, l’ultima discendente, restituire alle donne della sua famiglia e del suo paese quello che si meritano. Lo potrà fare solo lottando e ribellandosi, a costo di sacrificare il suo ben più grande.

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