venerdì 11 giugno 2010

Stephan Meyer La breve seconda vita di Bree Tanner

"La breve seconda vita di Bree Tanner" narra la storia di Bree, la vampira neonata apparsa per la prima volta in Eclipse, facendo emergere nuovi dettagli sul mondo di tenebre dal quale proviene. Attraverso la voce di Bree ricostruiamo il viaggio dell'esercito che si prepara ad attaccare Bella Swan e i Cullen, fino all’indimenticabile scontro finale che sconvolgerà per sempre le regole degli umani e degli immortali. Tutto quanto era stato taciuto o brevemente esplorato in Eclipse viene qui alla luce attraverso personaggi e snodi della trama inediti, in un mix esplosivo di mystery, suspense e amore che svela il versante più oscuro e feroce del mondo dei vampiri.

giovedì 10 giugno 2010

Pietro Grossi Martini


Intervistare è un’arte, scrivere anche. Un giovane giornalista si ritrova al bar di un albergo per intervistare Jay Martini, autore di un grande libro, semplice, preciso, affilato come un rasoio. Per lo scrittore è la settima intervista della serata ed è piuttosto annoiato. Ma Frank, non ha timidezza e inibizioni e la conversazione fila liscia e piacevole, vuotando drink. I due si piacciono, ogni tanto si scrivono. Frank ha talento, Martini ne è convinto, dovrebbe scrivere libri anche lui, perché sa distinguere le cose, sa “vedere la roba”: “non sappiamo nemmeno noi quale roba. Però poi la gente ci legge e la vede”. Jay e Frank si incontrano e si perdono di vista, Martini scrive un altro libro, un altro capolavoro; ha pure un grande amore. Poi lo scrittore, si eclissa, lascia semplicemente la sua casa e non vi fa più ritorno, così, da un giorno all’altro. Perse le sue tracce l’appartamento viene sgomberato, gli oggetti messi all’asta. Qualcuno pensa di averlo riconosciuto in un signore seduto a un caffè di Istanbul ma è solo una voce. Di lui non si sentirà più parlare finché una sera Frank e Jay si rincontrano e davanti a un calice a cono con un’oliva dentro Martini racconterà perché i suoi libri non ci sono più. La voglia di scrivere e il talento, il mestiere e la passione in un racconto esemplare che pone molte domande e sgonfia altrettante certezze.

Edith Bruck Privato

“Privato” è una resa dei conti in forma di romanzo: tenera e spietata, fatta di verità e di sentimenti, di personaggio ed emozioni. È un dialogo violento e amoroso con la propria madre, che l'ha fatta nascere in un mondo dove è stato possibile l'orrore di Auschwitz. È un confronto con la fede dei propri avi -quella che la madre incarnava con tutta la forza, quella che era assurdamente, orribilmente diventata una colpa. È la partita sempre aperta tra la Storia e la propria vicenda di sopravvissuta al cospetto della storia. È la conversazione impossibile con il fratello Odoen, che non ha mai voluto parlare del proprio passato e della morte del padre, nei campi. È una resa dei conti che attraversa l'Europa: dall'Italia, dove vive la protagonista-narratrice di “Privato”, alla Germania, ovvero il passato che non riesce a passare. Si spinge verso Israele, con il sogno di una nuova patria e un futuro che non può mantenere le promesse. E giunge fino in Brasile, rifugio per un lontano esilio. In questo dialogo tra la memoria e il presente, emergono figure emblematiche: innanzitutto la madre, e poi il fratello Odoen, che è andato a fare il sarto in Sud America, o il vecchio ungherese che torna nella sua terra, ormai malato e privo di memoria, di nuovo bambino. Attraverso le pagine di “Privato”, grazie a questo viaggio dentro l'intimità del dolore, l'esperienza personale diventa patrimonio collettivo, la testimonianza individuale diventa poesia.

Lisa Smith Il Gioco proibito

Jenny Thornton entra in un negozio che vende giochi in scatola molto particolari. Dietro al bancone, un ragazzo ancora piu strano, con i capelli bianchi come il ghiaccio, gli occhi di un blu elettrico, e uno sguardo che promette avventura e pericolo. Si chiama Julian, e per Jenny ha in serbo un gioco unico. Sulla scatola c'e un avvertimento che mette i brividi: «Entrare nel Mondo delle Ombre puo essere fatale». Jenny è curiosa, e poi Tom, il suo ragazzo, sta per compiere gli anni: potrebbe essere il passatempo perfetto per una piccola festa tra amici. Le regole sono molto semplici: ogni partecipante deve scrivere qual è la sua piu grande paura e disegnare con dei pennarelli una grande casa vittoriana, il regno dell'Uomo delle Ombre. Ma il gioco si trasforma in realtà, e la casa diventa vera. A ogni camera viene associato un incubo e nelle stanze prendono forma le paure piu oscure dei ragazzi, che si ritrovano a vagare per i suoi tortuosi corridoi, fino a precipitare nell'inferno che ribolle nelle loro menti. La partita e iniziata, e la posta in palio e la vita di Jenny.

Incubi Diurni

Bernardini non usa mezzi termini e va dritto alla sostanza del suo ragionamento: “Voglio dare ragione di una profonda delusione che molti di noi italiani stiamo subendo. La madre di tutte le delusioni è la gestione politica della cultura contemporanea, quasi sempre banale e spesso volgare: un fenomeno involutivo che forse è la naturale conseguenza di una disponibilità eccessiva di molti intellettuali a spinte che hanno origini senza qualità, dal mercato al potere. Il risultato più impressionante delle cattive abitudini a cui ci siamo adattati è la perdita del rapporto tra parole e fatti. È come se la carica emotiva stessa delle idee che formuliamo si spegnesse nella pedante ripetizione retorica: dialogo, rispetto, interesse pubblico sono espressioni di cui è già magistralmente intrisa la nostra eccellente Costituzione, stancamente però riproposte da chiunque; così come gli eufemismi che fanno accantonare ogni allarme di coscienza: missioni di pace, accoglienza dei diversi, servire lo stato, ecc. Chi, come me, ha avuto una educazione e una esperienza laica, occupandosi di scienza e del suo insegnamento e confidando nella profonda umanità di un modo di pensare che chiamavamo ‘di sinistra’, oggi sta vivendo un incubo. Si sente solo, fuori posto, senza ragion d’essere di cui compiacersi e entusiasmarsi: unici compagni di viaggio alcuni grandi autori del passato.” Accompagnano, infatti, il testo di Bernardini brani, tra gli altri, di Bertrand Russell, Albert Einstein, Paul-Henry Dietrich d’Holbach, John Stuart Mill, Werner Heisenberg, Isaiah Berlin, Richard von Mises, Jorge Luis Borges.

La Papessa

Giovanna nasce nell’anno del Signore 814, in un’epoca in cui le donne sono considerate empie, inferiori e indegne di essere istruite. Lei ha invece un forte desiderio di sapere, che cerca di soddisfare di nascosto con l’aiuto del maestro Esculapio. Divisa tra l’amore impossibile per un uomo e quello altrettanto impossibile per i libri, Giovanna sceglierà questa seconda via. Donna coraggiosa che cerca a tutti i costi di superare i limiti che il suo tempo le impone, è costretta a fuggire. Assume l’identità di suo fratello Giovanni, morto durante un’incursione vichinga, e si nasconde per dodici anni in un monastero benedettino, finalmente libera di leggere, studiare e carpire i segreti delle arti e della scienza. Guadagnandosi grazie a questo inganno e alla devozione la fama di grande e saggio erudito, e avanzando a grandi, incredibili passi nella gerarchia religiosa, Giovanna giungerà a Roma e infine diverrà papa, rinunciando in quel momento e per sempre al suo amore ritrovato, Gerardo. La papessa verrà poi, suo malgrado, smascherata pubblicamente e tragicamente durante la solenne processione di Pasqua. I suoi successori faranno di tutto per cancellarla dai registri pontifici e la Storia la dimenticherà. In bilico tra verità e leggenda, Giovanna resta tra i personaggi più controversi e affascinanti di tutti i tempi.

venerdì 28 maggio 2010

La forza dentro

Max Calderan è uno di quegli uomini che hanno superato il confine più estremo. E non stiamo parlando dei suoi record mondiali o delle sue sfide nel deserto. Il confine che Max ha valicato è quello che ogni giorno impedisce a molti di essere veramente liberi: il condizionamento, la paura, la convinzione di non potercela fare.

Rosa Matteucci Tutto su mio padre

Seguendo le tracce di un guantino appartenuto a uno zar di Russia, il lettore potrà rivivere le vicende di Rosa e della sua famiglia: un padre amatissimo, ma dissipatore del patrimonio famigliare, fanatico di tarocchi e delle profezie di Nostradamus, e una madre di famiglia aristocratica, lettrice di opere filosofiche e di rotocalchi in tedesco e in inglese, distante e sostanzialmente assente. Al guantino è legata una leggenda: chiunque ne entri in possesso, erediterà una grande fortuna.

Raul Montanari Strane cose domani

Danio è uno psicologo, è separato e ha un figlio di vent’anni, Tommaso, irrequieto come tutti i ventenni. Ha anche una giovane fidanzata, Chiara, e fra le sue pazienti, quasi tutte innamorate di lui, c’è da tempo un’amante clandestina, la sfrenata e sensuale Cristiana. Ma, soprattutto, Danio ha un segreto. È un assassino. Ha ucciso due uomini, in stagioni diverse della vita, anche se in entrambi i casi sono state le circostanze a costringerlo. Nessuno lo sa a parte la sua ex moglie, la misteriosa, magica Eliana. Il ritrovamento di un diario, abbandonato da una ragazzina sulla panchina di un parco, rompe il delicatissimo equilibrio che governa le sue giornate: un odioso dramma familiare, che fino a ieri gli era sconosciuto, oggi gli rovina addosso, coinvolgendolo. Pressato dalla coscienza e seguito ovunque da un bizzarro e indimenticabile detective privato, Danio dovrà difendere se stesso e le persone che ama da una minaccia inattesa. Si innesca così una serie di eventi sempre più incalzanti e inaspettati, che obbligheranno il protagonista a una resa dei conti, decisiva e rivelatrice, con il senso stesso della sua esistenza. Dopo il successo de La prima notte, Raul Montanari continua l’esplorazione della propria poetica, dove la suspense, lontana dai luoghi comuni del noir, si fa sempre più strumento per proporre senza noia riflessioni profonde. E raccontare un amore indomabile per la vita.

Francesco Recami Prenditi cura di me

Una madre e un figlio in un rovesciamento di ruoli che sconvolge le loro vite. Vivono insieme a Firenze, in una casa che rappresenta tutte le loro certezze. La madre accudisce quel figlio fragile e non più giovane, ma improvvisamente le cose cambiano e il figlio si ritrova la responsabilità della madre, resa invalida da un ictus cerebrale. Fino al giorno prima era ancora la madre che si sentiva la responsabilità di questo ragazzo quarantenne, cui la vita ha presentato diverse difficoltà. Di fronte alla nuova situazione il figlio non è preparato, come nessuno lo è, non è preparato soprattutto all’idea di passare il resto della sua vita attiva dietro alla madre. Ma qualcosa si deve fare e piano piano le cose migliorano. La delega è la storia di una guarigione, graduale ma effettiva, eppure infelice. Un romanzo duro sulla condizione degli anziani, sui loro rapporti con i figli e in generale con le generazioni più giovani, e con la malattia, la città, il sistema sanitario e quello dell’assistenza, che in Italia, e solo in Italia, ha preso la strada della collaboratrice domestica a domicilio, ovverosia della badante. Un personaggio nuovo, oscuro, provvisorio, cui le generazioni più giovani delegano la cura degli anziani ed il periodo che li separa dalla morte. Una sorte di posteggiatore, molto spesso abusivo e clandestino.